Scoperto il primo gene che determina l’ipoplasia renale



Nuova
luce sulle basi genetiche delle anomalie congenite del rene e delle vie
urinarie: lo annunciano ricercatori dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova e
della Columbia University di New York in uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine. Lo
ricerca e stata coordinata da Gian Marco
Ghiggeri
, responsabile dell’U.O. di Nefrologia, Dialisi e Trapianto dell’Istituto Giannina Gaslini con
contributi dalle Istituzioni sede dello studio (Istituto Gaslini, Columbia
University) nonche dal cruciale supporto
economico di Telethon
.

 

Lo studio
dimostra il ruolo del gene DSTYK come maggiore determinante dello sviluppo dei
reni e delle vie urinarie nell’uomo
ed e il risultato di un importante network
internazionale: oltre al team di ricerca del Dr. Ghiggeri (Istituto G. Gaslini,
Genova), vi hanno infatti preso parte Simone Sanna-Cherchi (Columbia
University, New York), ed Ali Gharavi (Columbia University, New York). Inoltre,
molti centri italiani (Montichiari, Parma, Foggia, Alghero), europei
(Macedonia, Polonia, Croazia, Repubblica Ceca) e statunitensi  (Columbia, Yale, Harvard) hanno collaborato
al reclutamento di pazienti. 

 

Le anomalie
dei reni e dell’apparato urinario
, meglio definite nella comunita scientifica con l’acronimo CAKUT (Congenital Anomalies of the
Kidney and Urinary Tract), costituiscono
piu del 20% di tutte le malformazioni fetali
e sono la principale causa di
insufficienza renale in eta pediatrica. Circa il 50% dei bambini in dialisi o
portatori di trapianto renale sono affetti dal CAKUT.

 

Il CAKUT comprende un gruppo di disordini altamente
eterogeneo, le cui cause di insorgenza 
rimangono al piu sconosciute, nonostante decenni di ricerche genetiche.
La severita clinica del CAKUT e
l’ipotizzata base ereditaria della malattia hanno motivato il gruppo del Dr. Ghiggeri e collaboratori ad avviare
uno studio di genetica su larga scala
.

 

I ricercatori 
hanno quindi studiato una famiglia italiana, reclutata in Sardegna, in
cui il CAKUT ricorreva in piu generazioni. 
Grazie alle piu moderne tecniche di analisi genetica (Next-Generation
sequencing), ovvero nel sequenziamento
simultaneo di tutti gli oltre 20,000 geni
umani, ha portato all’identificazione di mutazioni del gene DSTYK, dalla
funzione finora sconosciuta.

Grazie al sequenziamento del Dna di ulteriori 311
pazienti con CAKUT, i ricercatori hanno identificato altre mutazioni in 7
pazienti, concludendo cosI che mutazioni
del gene DSTYK sono alla causa di queste malattie in circa il 2.3% dei casi.

Il numero apparentemente piccolo di pazienti portatori di mutazioni di DSTYK
diventa rilevante se si considera la diffusione della malattia soprattutto in
eta pediatrica e sulla gravita del quadro clinico della malattia associata a
tali mutazioni.

 

Mediante studi funzionali nell’embrione di pesce e
topo, investigatori gli scienziati hanno scoperto che il gene DSTYK codifica
per una proteina che regola il segnale nelle cellule del fibroblast growth
factor (FGF), . una proteina fondamentale per lo sviluppo dei reni nella fase
di vita embrionale dei vertebrati. 

 

Questo studio
ha quindi contribuito a chiarire i meccanismi patogenetici di una delle
principali cause di insufficienza renale terminale nell’uomo
, una malattia estremamente
debilitante che richiede il trapianto renale o la dialisi. Inoltre, pazienti
con insufficienza renale hanno un’elevata mortalita a causa di malattie
cardiovascolari, quali l’infarto cardiaco e l’ictus cerebrale.

Nonostante i notevoli progressi effettuati negli
ultimi decenni in campo di trapianto renale e tecniche di dialisi, gli avanzamenti
in campo di patogenesi e prevenzione sono stati modesti.

 

Questo studio apre nuovi orizzonti nella comprensione dello sviluppo fisiologico dei reni
e dell’insufficienza renale e, possibilmente, nello sviluppo di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche.
Infatti, la scoperta di un gene che regola lo sviluppo e la dimensione dei reni
potrebbe avere implicazioni piu larghe nel vasto campo delle malattie renali
che determinano la riduzione del volume dell’organo.

Nuovi studi dovranno quindi verificare se e come la
gravita di patologie renali chiami in causa la regolazione di DSTYK e se tale
gene possa rappresentare l’obiettivo di terapie specifiche.