“Task Force for Cystic Fibrosis”: la scommessa italiana per la cura della fibrosi cistica



La ricerca sulla fibrosi cistica ha imboccato una strada molto promettente che punta alla correzione del difetto di base della proteina CFTR responsabile dell’insorgere della malattia genetica grave piu diffusa. Infatti, essa conta solo nel nostro Paese oltre due milioni e mezzo di portatori sani, spesso inconsapevoli di esserlo, che possono trasmettere la malattia ai loro figli. La chiave e un farmaco “intelligente” in grado di intervenire sugli effetti della mutazione genetica piu frequente ? la ?F508 ? che interessa oltre l’80% dei malati nel mondo e  il 70% dei malati in Italia. Un farmaco  in grado di agire alla radice della malattia, attraverso la correzione e il potenziamento della proteina CFTR difettosa da essa prodotta. Potrebbe essere una svolta significativa che, tradotta in concreto, porterebbe alla cura della malattia che ad oggi dispone solo di cure palliative.  

 

La Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, Agenzia Italiana della Ricerca FC, ha scelto di investire nell’eccellenza “made in Italy” convinta che nel nostro Paese ci sia terreno fertile per l’individuazione del composto salvavita e ha lanciato il progetto Task Force for CF. Impresa ambiziosa che richiede un’avanzatissima esperienza nelle ricerche relative al difetto genetico di base e una forte competenza nel campo della chimica farmaceutica e della drug discovery; condizioni fortemente  presenti nei due centri di ricerca di rinomata competenza e di elevata qualita tecnologica nel settore, con cui FFC Onlus e entrata in sinergia per questo rush che punta a grandi performance: il Laboratorio di Genetica Molecolare dell’Istituto G. Gaslini di Genova, storicamente esperto nella farmacologia di CFTR e nell’ high throughput screening, con  il dr. Luis Galietta e  la dr.sssa Nicoletta Pedemonte, e il Dipartimento di Drug Discovery and Developement dell’Istituto Italiano di Tecnologia, realta all’avanguardia nel campo della scoperta di farmaci innovativi, con  il dr. Tiziano Bandiera e  il prof. Daniele Piomelli.

 

FFC Onlus, che ha gia contribuito in misura cospicua nel campo delle terapie del difetto di base, oltre che in quello delle cure per l’infezione e l’infiammazione polmonare della fibrosi cistica, si e impegnata a sostenere i costi delle prime tre fasi con un contributo di 1.250.000 euro rispetto al costo complessivo del progetto del valore di 1.615.000 euro.

 

Il progetto procedera per step successivi. Nella prima fase si passeranno al setaccio migliaia di piccole molecole rappresentative di molte classi di composti chimici. Questa fase dovrebbe far emergere quelle molecole che agiscono sulla proteina CFTR mutata riportandola nella giusta sede.” ? sottolinea il prof. Gianni Mastella, Direttore Scientifico della Onlus ? e aggiunge: “Nella seconda fase, le famiglie di composti chimici piu promettenti saranno ulteriormente vagliate attraverso la sintesi di nuovi composti analoghi e la loro valutazione funzionale in cellule. Nella terza fase, le molecole capostipite verranno ottimizzate attraverso la reiterazione di sintesi chimica e di valutazione funzionale per migliorarne le proprieta e renderle piu adatte a diventare farmaci. L’obiettivo finale e lo sviluppo di un composto o pochi composti candidati allo stadio preclinico.

 

Tuttavia, il passaggio da uno step all’altro ed il suo relativo finanziamento avverra soltanto se saranno raggiunti, alla fine di ciascuna fase, gli obiettivi prefissati, valutati anche con l’aiuto di esperti indipendenti esterni. A conclusione delle prime tre fasi si decidera in merito ai passaggi successivi, tra cui la sperimentazione in vivo tramite il ricorso a nuove collaborazioni con altri Centri e Istituti di ricerca.

 

Inizialmente la ricerca puntava sulla terapia genica per colpire la malattia, ma gli esiti non sono stati incoraggianti.  Nel frattempo sono nati nuovi approcci alla cura e negli ultimi anni e emersa la possibilita di trattare i pazienti utilizzando farmaci che possono ripristinare la funzione della proteina mutata CFTR. Un farmaco, sviluppato da una compagnia farmaceutica americana, l’ivcafactor (kalydeco), e stato gia approvato per il trattamento di una quota non piccola di pazienti con un particolare tipo di mutazione.” afferma il dr. Luis Galietta, dell’Istituto G. Gaslini di Genova, coordinatore scientifico del progetto. “Tuttavia, per la maggior parte dei pazienti bisogna ancora trovare un farmaco efficace. Per tale ragione e nato questo ambizioso progetto che prevede lo screening di decine di migliaia di composti chimici alla ricerca di farmaci in grado di correggere la proteina CFTR mutata e che ci auguriamo possa portare alla piu grande scoperta nell’ambito della ricerca FC. Significherebbe salvare molte vite. “

 

Siamo molto orgogliosi di questo progetto e del fatto che FFC Onlus abbia deciso di sostenere i nostri sforzi promuovendo un’iniziativa di portata strategica.”- afferma il dr. Tiziano Bandiera, responsabile scientifico del progetto presso l’Istituto Italiano di Tecnologia: “All’interno del progetto TFCF il nostro Istituto fornira la collezione di composti chimici necessaria allo screening iniziale e si occupera della sintesi di nuove molecole capaci di migliorare la funzionalita della proteina CFTR difettosa. Da parte nostra l’entusiasmo e grande. Raggiungere l’obiettivo in gioco sarebbe una svolta senza precedenti nella storia di questa grave malattia.”

 

FFC apre, inoltre, ai grandi donatori la possibilita di prendere parte al progetto per rendere possibile la realizzazione del sogno dei tanti malati colpiti da fibrosi cistica: una malattia complessa che danneggia irreversibilmente molti organi, soprattutto polmoni e pancreas, togliendo progressivamente respiro e vita. Un sogno che la Fondazione insegue da oltre diciassette anni, durante i quali, a partire dal 2002, ha investito in ricerca oltre 16 milioni di euro.

 

Certamente e una sfida che ha i suoi rischi, ma contiamo molto sull’originalita dell’approccio scientifico programmato e sulla riconosciuta affidabilita dei ricercatori e dei laboratori coinvolti.” – aggiunge il prof. Mastella: “La competizione con altre organizzazioni internazionali si fa sentire, ma riteniamo che la partita meriti di essere giocata.”

 

 

 

 

 

 

In dettaglio gli step del progetto Task Force for Cystic Fibrosis:

 

2014| Fase 1 (12 mesi)

  • Screening di una collezione di oltre 11.000 composti e identificazione delle molecole attive (hit identification)
  • Selezione dei composti piu attivi sulla proteina mutata
  • Validazione dei composti attivi su cellule bronchiali da culture primarie (da polmoni di pazienti FC sottoposti a trapianto), le condizioni biologiche piu vicine al malato.

2015| Fase 2 (12 mesi)

  • Vaglio dei composti chimici piu promettenti e loro modifica chimica alla ricerca dei capostipiti piu efficaci (hit to lead).

2016-2017| Fase 3 (18 mesi)

  • Perfezionamento delle molecole capostipite (lead optimization) e identificazione di un composto finale
  • Studi di farmacocinetica e sicurezza per la messa a punto di un potenziale farmaco per la cura della fibrosi cistica da sperimentare successivamente in vivo.

 

 

La Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus ha aperto una vera e propria via italiana agli studi sulla fibrosi cistica e, proprio in virtu delle recenti scoperte, sta svolgendo un ruolo sempre piu attivo e complementare rispetto agli studi d’Oltreoceano.  FFC e certificata dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) che ne verifica i comportamenti d’eccellenza ispirati ai principi di “trasparenza, coerenza, indipendenza, equita, efficienza ed efficacia”.

 

2002|2014 ?Grazie alle attivita di Ricerca della FFC Onlus

 

231 Progetti  e 4 servizi

        speciali finanziati

170 Gruppi/Istituti di Ricerca

210 Principal Investigators e Partners

550 Ricercatori complessivi

116 Delegazioni e Gruppi di sostegno

 

 

220 Contratti o borse di ricerca

300Revisori internazionali

350 Pubblicazioni su

        riviste internazionali

450 Presentazioni congressuali

6000 Volontari

16.000.000 di euro investiti in ricerca