Impatto dell’infezione Sars COV 2 presso l’Istituto Pediatrico Giannina Gaslini



La malattia nota come COVID-19 (malattia da coronavirus identificato nel 2019) dovuta al coronavirus-2, causa della sindrome respiratoria acuta severa (SARS-CoV-2), ha colpito trasversalmente tutte le fasce d’età, con gravità variabili, ma i bambini hanno finora dimostrato una minore tendenza a contrarre l’infezione e, anche quando contagiati, hanno presentato minori sintomi e minore necessità di ospedalizzazione.

I dati dei ricoveri

“I dati dell’Istituto Gaslini confermano la minore tendenza a contrarre l’infezione da parte dei pazienti pediatrici: dall’inizio della pandemia (marzo 2020), infatti, i ricoveri pediatrici sono stati complessivamente 122, con 1 solo paziente che ha necessitato di ricovero in Terapia Intensiva e nessun decesso. Anche a fronte del picco di ricoveri («seconda ondata») registrato nella popolazione adulta negli scorsi mesi di ottobre e novembre, la necessità di ricovero in età pediatrica si è mantenuta costante e su numeri estremamente ridotti, dell’ordine delle poche unità” spiega il dottor Raffaele Spiazzi, direttore sanitario dell’Istituto G. Gaslini.

Le complicanze dell’infezione in età pediatrica

“Pur nel quadro di una malattia che sta complessivamente “risparmiando” la popolazione pediatrica, tuttavia, è stata descritta, sia in Italia che all’estero, una Sindrome Multisistemica Infiammatoria correlata al Covid (MIS-C), caratteristica dei bambini, che si manifesta in soggetti che abbiano contratto il SARS-CoV-2 anche a distanza di molte settimane dall’infezione e indipendentemente dalla gravità dei sintomi iniziali.

Nei bambini più piccoli le manifestazioni più frequenti sono di tipo vasculitico, con infiammazione delle piccole arterie con formazione di dilatazioni e/o aneurismi coronarici esattamente come nella Malattia di Kawasaki (cosiddetto Kawacovid)” specifica il prof. Angelo Ravelli, direttore della Clinica pediatrica e reumatologica dell’Ospedale Gaslini.

Al contrario, nei bambini più grandi l’infiammazione colpisce soprattutto le cellule del cuore con miocardite, valvulite, aritmie e sintomi, a volte anche gravi, dovuti a disfunzione cardiaca. L’esordio è di solito caratterizzato da malessere, irritabilità, febbre nei più piccoli, mentre dolore precordiale, rapida riduzione della tolleranza agli sforzi e dispnea sono i sintomi più frequenti nei più grandi. In tutti questi casi si associa un aumento sistemico degli indici infiammatori e di quelli bioumorali indicativi di ischemia e disfunzione miocardica.

La MIS-C è un’entità clinica post infettiva caratterizzata anche da un’alta frequenza di sintomi gastrointestinali (71%), con una presentazione clinica simile a quella di un addome acuto (appendicite-peritonite) che può condurre ad un primo percorso chirurgico.

“Ad oggi, a fronte dei 122 bambini ricoverati presso il Gaslini, il riscontro di MIS-C correlata al SARS-CoV-2 ha riguardato 19 pazienti. Sette di questi bambini sono stati osservati durante la prima ondata e 12 durante la seconda ondata. Nessuno di questi bambini ha necessitato di ricovero in Terapia Intensiva e tutti sono andati incontro a completa guarigione nell’arco di qualche settimana. In tutti i casi la diagnosi è stata posta precocemente ed è stata iniziata una appropriata terapia. I bambini sottoposti a chirurgia addominale per sospetta appendicite-peritonite sono stati 3, tutti nel periodo della cosiddetta 2^ ondata” conclude Angelo Ravelli.

Il Progetto Scuola Sicura

Dall’apertura delle scuole (14 settembre 2020) il Gaslini è stato anche coinvolto nel Progetto Scuola Sicura, con offerta di un servizio tamponi per tutti i soggetti sintomatici (scolari/studenti e operatori scolastici) su invio da parte dei Pediatri e Medici di Medicina Generale.

“Questa attività di screening sui sintomatici ha consentito di monitorare l’andamento della diffusione dell’infezione nella popolazione scolastica, sia attraverso la valutazione del numero di tamponi richiesti, con un picco coincidente con le settimane della seconda ondata epidemica, sia attraverso il tasso di positività x 1000 di questi (il cui andamento è descritto nella tabella allegata)” spiega Raffaele Spiazzi.

“Il dato delle ultime settimane evidenzia una tendenza alla crescita sia della richiesta di tamponi da parte dei medici invianti, sia del relativo tasso di positività. Visto l’andamento epidemiologico e per aumentare la sensibilità diagnostica di questa attività di screening, dal 1 marzo la determinazione è eseguita tramite impiego sistematico del tampone molecolare e non più con tampone antigenico” aggiunge il dottor Elio Castagnola, direttore della UOC Malattie Infettive dell’Istituto Gaslini.

 

In figura: la riga arancione si riferisce al numero dei tamponi, mentre quella rossa si riferisce all’andamento del tasso di positività

 

L’effetto della variante inglese

“Rispetto alla presenza di varianti del virus, i dati dell’Istituto confermano la circolazione, ormai in proporzioni superiori al 50%, della variante inglese, della quale è nota la maggior contagiosità ed è in studio il comportamento clinico-epidemiologico rispetto alla gravità della malattia associata. L’analisi della distribuzione per fascia di età del numero dei tamponi richiesti nell’ambito del Progetto Scuola Sicura e del tasso di positività degli stessi, condotta sui dati dal 1 marzo ad oggi, sembra confermare al momento il riscontro di una suscettibilità all’infezione che cresce con l’età (più bassa nei bambini più piccoli e via via maggiore fino all’età adulta), già segnalata dalla letteratura scientifica come caratteristica del virus. Il numero più alto di tamponi (e quindi di pazienti sintomatici) richiesti nelle fasce d’età 0-5 e 6-10 può tuttavia avvalorare anche l’ipotesi di una maggior circolazione dell’infezione nei bambini legata alla nuova variante del virus” conclude Elio Castagnola.


Progetto Scuola Sicura:  distribuzione per fascia di età del numero di tamponi richiesti  e del tasso di positività x 1.000 tamponi. Dati dal 1 marzo 2021