Si apre questa sera – alle 17.30 presso il Cisef Gaslini di Genova Quarto- il convegno “Nuove frontiere nelle terapie cellulari e molecolari” con la lettura inaugurale tenuta da Irv Weissman, scopritore delle cellule staminali emopoietiche e vero e proprio Guru sulle cellule staminali normali e quelle del cancro. Riconoscere e colpire queste ultime e l’obiettivo principale delle moderne terapie anti-tumorali, perche vuol dire sradicare e distruggere le cellule che danno origine e alimentano il tumore. Domani G. Daley direttore dell’Harvard Stem Cell Institute di Boston e J.C. Belmonte-Ispizua del Salk Institue di La Jolla illustreranno le potenzialita terapeutiche di queste cellule.
Dal 18 al 20 aprile l’Istituto Gaslini organizza, infatti presso il Cisef Gaslini un meeting internazionale di alto profilo scientifico dal titolo: “Nuove frontiere nelle terapie cellulari e molecolari”, per fare il punto su tre principali argomenti: le terapie cellulari, le potenzialita terapeutiche delle cellule staminali, le nuove terapie molecolari. I tre approcci rappresentano alcune tra le piu importanti colonne su cui si basera la medicina del prossimo futuro ma anche del presente.
Il convegno, organizzato dal professor Lorenzo Moretta, direttore scientifico dell’Istituto Gaslini, e dal professor Francesco Frassoni, direttore del Laboratorio “Cellule Staminali e Terapie Cellulari” del Gaslini, mira a fare il punto sull’avanzamento delle conoscenze e delle terapie, e anche a sollecitare le Istituzioni sia indicando la via dello sviluppo e dell’innovazione sia la direzione in cui convogliare gli investimenti. Il Gaslini dal 2012 ha aperto una nuova struttura per lo studio delle cellule staminali e per l’allestimento delle terapie cellulari proprio nella prospettiva che il convegno andra ad indicare.
“Si tratta di un convegno sulla Medicina di frontiera in cui il Gaslini e e vuole continuare ad essere protagonista. Auspichiamo che il SSR voglia sostenerlo con fattiva convinzione” dice il direttore Lorenzo Moretta. Si tratta infatti di studi e di terapie piuttosto complesse che richiedono, per essere realizzate, competenze variegate e sinergie molteplici fra varie discipline, ma anche strutture adeguate.
“Il disegno e la realizzazione delle terapie cellulari necessita di un apparato di produzione chiamato “Cell factory” cioe “fabbrica di cellule”. Il Gaslini sta terminando l’allestimento di queste strutture che necessitano di importanti investimenti sia in capitale umano competente sia in finanziamenti adeguati. E’ un passaggio obbligatorio se si vuole essere in grado di offrire le terapie piu adeguate che stanno ormai entrando nell’offerta terapeutica degli Istituti che mirano ad essere all’avanguardia” spiega il prof. Moretta.
“Da una parte si tratta di selezionare e coltivare in vitro (in laboratorio) cellule che, una volta iniettate nei pazienti con leucemia, sono in grado di eliminare le cellule maligne. Ma si e cominciato ad ingegnerizzare cellule del sistema immunitario. Viene costruito un recettore che riconosce la cellula leucemica (ma anche di altri tumori); questo recettore e collegato con un sistema che, una volta attivato dal contatto con la cellula bersaglio (la cellula tumorale), trasmette un segnale che ne potenzia l’efficacia. Con questo sistema negli USA si sono ottenuti risultati molto promettenti. Fino alla completa scomparsa delle cellule malate” dice Frassoni.
“Parallelamente sono state sviluppate molecole che vanno a bloccare i meccanismi che danno un vantaggio proliferativo (la capacita di moltiplicarsi senza controllo) alla cellula tumorale. Le industrie farmaceutiche hanno nella loro “pipeline” (catena di produzione) una serie molto ampia di questi farmaci. Ma questi farmaci sono anche in sperimentazione al Gaslini e rappresentano una risorsa molto importante per tutti quei pazienti in cui le terapie “standard” hanno fallito” spiega Frassoni.
“Naturalmente siamo lontani dalle applicazioni pratiche. Ci sono moltissimi problemi da risolvere. Non sappiamo ancora bene come far diventare queste cellule esattamente il tessuto che vogliamo etc. Ma la strada per nuove e formidabili conquiste della medicina e aperta” conclude Francesco Frassoni.