Bambino salvato da soffocamento per inalazione da corpo estraneo grazie all’ausilio della circolazione extracorporea ECMO



Morire a 22 mesi per aver inalato un fagiolo: avrebbe potuto essere questa la sorte di un bambino di Cairo Montenotte (SV) arrivato in gravi condizioni all’Istituto Scientifico Pediatrico Giannina Gaslini di Genova, nella notte tra giovedI e venerdI scorso.


 


“Alle ore 3.40 il piccolo di 1 anno e 10 mesi e giunto presso il Pronto Soccorso dell’Istituto, trasferito dall’Ospedale San Paolo di Savona, con diagnosi di inalazione di corpo estraneo bronchiale, in gravissima crisi respiratoria, con desaturazione estrema che richiedeva l’immediato trasferimento in Rianimazione. All’ingresso il paziente effettuava in emergenza, da parte del medico di guardia, una fibroscopia flessibile che confermava la completa ostruzione del bronco principale destro, la radiografia del torace dimostrava la completa inattivita del polmone di destra, escluso dalla ventilazione dal corpo estraneo inalato” spiega  Silvio Del Buono Direttore Sanitario.


 


“Nonostante l’intubazione selettiva del bronco di sinistra, l’ossigenazione del bambino permaneva estremamente difficoltosa. Vista l’estrema instabilita respiratoria, che poneva il bambino in imminente pericolo di vita e tale da rendere improponibile il tentativo di rimozione del corpo estraneo in ventilazione assistita, abbiamo deciso di intraprendere la procedura in circolazione extracorporea con dispositivo ECMO (Extracorporeal Membrane Oxygenation)” spiega Pietro Tuo, Direttore dell’U.O. Anestesia e Rianimazione.


“In questo modo, la funzione dei polmoni viene sostituita da un dispositivo che, drenando parte del sangue circolante del paziente dall’atrio destro, lo ossigena, rimuove l’anidride carbonica e lo reinfonde a livello arterioso. Lo specialista Otorinolaringoiatra ha quindi potuto lavorare sulle vie aeree del paziente, in totale sicurezza (ottimale scambio di ossigeno e anidride carbonica, stabilita emodinamica), rimuovendo con successo il corpo estraneo, molto probabilmente un fagiolo. La procedura ECMO e stata attivata in emergenza: sono solo 4 i casi analoghi segnalati dalla letteratura internazionale, nessun caso segnalato in Italia” conclude Tuo.  


 


“Il Gaslini e questo: massima professionalita e grande collaborazione multidisciplinare unite ad una tecnologia all’avanguardia hanno permesso di salvare la vita ad un bambino di 22 mesi” dice il Direttore Generale Paolo Petralia. “Una procedura resa possibile da un grande lavoro di squadra, peraltro in emergenza ?continua Petralia con il contributo di un’equipe multidisciplinare composta da: anestesisti rianimatori, chirurghi cardiovascolari, otorinolaringoiatri, pneumologi, tecnici perfusionisti e personale infermieristico altamente specializzato”.


 


 


 “Il bambino e stato mantenuto in ECMO per circa 12 ore e sottoposto a neuroprotezione cerebrale farmacologica tramite ipotermia terapeutica (necessaria per protegger il cervello). Ieri (domenica 22 aprile) a circa 48 ore dall’ingresso, e stata sospesa la sedazione ed il bambino e stato autonomizzato dal ventilatore meccanico. Attualmente il piccolo respira spontaneamente e ha riportato un esame neurologico totalmente negativo, oggi quindi abbiamo potuto sciogliere la prognosi” spiega Andrea Moscatelli dell’U.O. Anestesia e Rianimazione.


 


“Le moderne tecniche di supporto extracorporeo costituiscono il futuro della moderna terapia intensiva e consentono la sopravvivenza, anche in condizioni neurologiche totalmente integre, di piccoli pazienti che, solo pochi anni fa, erano destinati sicuramente alla morte o a esiti neurologici gravi” approfondisce Pietro Tuo.


 


L’Istituto sta effettuando un grande investimento su questo tipo di trattamenti e puo costituire un riferimento a livello nazionale e internazionale. Ad esempio non piu tardi della scorsa settimana, i medici della Rianimazione hanno gestito il complesso trasporto di un paziente affetto da fibrosi cistica, assistito in ECMO, che e stato trasferito in ECMO, in condizioni di estrema gravita, presso il centro trapianti di Bergamo, dove ha superato con successo il trapianto di polmoni” spiega Paolo Petralia. 


 


 


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